Maria José Arjona
All the others in me
a cura
di Eugenio Viola
Voice
Gallery e Riad Dar Chérifa
Evento
collaterale ufficiale della 4° Biennale di Marrakech
Il corpo nel lavoro di Maria José Arjona è
sempre centrale, potente mezzo di comunicazione visiva, scambio di energia e
produttore di significato. È un corpo che indaga, attraverso gesti ripetitivi e
non gerarchizzati, i concetti di spazio e tempo.
Il nostro presente è attraversato da fenomeni
complessi come il multiculturalismo, che ha portato al superamento dei concetti
tradizionali di identità, fenomeni che favoriscono un rapporto simbiotico e
ibridativo con l'Altro. Processi inarrestabili, sclerotizzati dalla società
massmediatica e dall’ipertesto virtuale.
Nel lavoro di Maria José Arjona il corpo
interagisce con lo spazio per creare un’esperienza che cortocircuita corporeità
e risposte cognitive, dove lo spettatore diventa il catalizzatore di uno scambio
sensoriale, oltre i confini di identità e rappresentazione. Una pratica
impegnata quella dell’artista colombiana, atta a trasgredire e trasformare le
limitazioni imposte dalla società agli individui e causate dalla violenza e
dalla paura, sensazioni sempre più presenti, purtroppo, nella società
contemporanea.
All the others in me è una performance che
getta un ponte tra i fraintendimenti. È un lavoro che non può indicare, non può
proporre soluzioni definitive ma offrire piuttosto una panoramica, un punto di
vista su come percepiamo l’alterità e le differenze.
La distanza e le diversità culturali sono
spesso create intenzionalmente, alimentate, alterate e manipolate dai mass
media e dagli altri sistemi di controllo, pongono gli individui in una condizione
di sottomissione, uniformata sotto la lente deformante di quella che chiamiamo,
“società dell’informazione”.
All the others in me visualizza queste
transizioni di pensiero che noi vediamo, viviamo e assorbiamo continuamente,
senza mai metterle in discussione. Propone una visione sincretica di alcune tra
le più stereotipate visioni del corpo femminile e della sua percezione nella
società, occidentale e non. Il corpo dell’artista si propone come risultato di
un’entità meticciata e continuamente in transito, intraprende un viaggio
metaforico attraverso una serie di identità possibili e mai definitive per
ricordare, ancora una volta, che l’arte è per il superamento delle diversità e
per l’accettazione delle differenze.
Maria José Arjona (Bogotà, 1973), vive e
lavora a New York.
È tra le artiste latino americane più
rappresentative, ha realizzato performance in prestigiose istituzioni in
Europa, negli Stati Uniti e nell’America Latina, tra cui: al Museum of Modern
And Contemporary Art di Rijeka/Croatia; al Museo Del Banco De La Republica/di
Bogota/Colombia, al The Ballroom Marfa di New York/USA; All’Abramovic Studio At
Location One di New York/USA; al Museum of Contemporary Art di
Medellin/Colombia; al Museo Madre di Napoli /Italia, all’ Haus Der Kulturen Der
Welt di Berlino/Germania e alla Terza Triennale di Guangzhou, in Cina. Ha
inoltre partecipato alla riproposizione delle performance di Marina Abramovic
al Museum of Modern Art (MoMA) di New York/USA e al programma di residenza del
Watermill Center di New York/USA.
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