ORLAN
AAKA ORLAN
a cura
di Eugenio Viola
Opening
/ giovedì 18 novembre 2010 / ore 19 / MILANO
Opening
/ sabato 20 novembre 2010 / ore 19 / LUCCA
Fino
all’8 gennaio 2011
prometeogallery
di Ida Pisani, Milano 18.11.10 | 08.01.11
Chiesa
di S. Matteo, Lucca 20.11.10 | 08.01.11
Prometeogallery di Ida Pisani inaugura,
giovedì 18 novembre nella sede milanese di via Ventura e sabato 20 nella Chiesa
di San Matteo a Lucca, ORLAN AAKA ORLAN a cura di Eugenio Viola.
Le questioni sull’identità, i tabù relativi
l’apertura del corpo, i miti infranti di una femminilità dispersa, la sfera del
pubblico e del privato, i limiti dell’arte, del linguaggio e della vita sono
chiamati simultaneamente in causa dall’opera di ORLAN.
Corpo reale e corpo immaginario, corpo
vissuto e corpo emozionale, corpo mistico e corpo sociale, corpo diffuso e
corpo ibridato si fondono in un gioco di rimandi e auto-citazioni, dove il
presente dell’opera dell’artista riattualizza e ingloba sempre il proprio
passato, reintegrandolo come elemento modulabile e declinabile all’infinito.
Espressione di questo modus operandi è The Harlequin’s Coat, ultima operazione
performance di ORLAN che segna il passaggio dall’utilizzo della chirurgia a
quello delle biotecnologie come nuovo medium da esplorare. Esposte per la prima
volta in assoluto nella sede milanese della galleria, una serie di foto di un
lavoro iniziato nel 2007 in collaborazione col collettivo australiano dei
SymbioticA e ancora in progress. L’artista ha messo in coltura alcune cellule
della sua pelle, ibridate con quelle di persone di diverse razze al fine di
ottenere brandelli dermici di colori differenti, per poi cucire un “mantello di
Arlecchino” organico e senziente, che diviene metafora del métissage della
società contemporanea in ossequio a quanto sostiene Michel Serres in Laïcité,
prefazione a Le Tiers instruit, libro sul quale ORLAN aveva già costruito la
sua quinta operazione chirurgica performance: Opération-opéra, che introduce
come ante quem il progetto presentato.
Negli spazi della chiesa di San Matteo ORLAN
– già di per sé uno pseudonimo che si è fuso indistintamente con la propria
persona – si confronta con Santa ORLAN, provocatorio alter-ego che richiama
l’Estasi di Santa Teresa del Bernini, opera paradigmatica del barocco romano
post-tridentino, della quale l’artista enfatizza il connubio di tensione
spirituale, carica emotiva e sensualità iniziando un lungo percorso
artistico-esistenziale di rilettura dell’iconografia sacra occidentale. Un
recupero irriverente, blasfemo e iconoclasta della sottile carica eversiva
latente nella poetica barocca e amplificato nella successiva Ré-incarnation de
Sainte ORLAN, dove l’artista defunzionalizza la chirurgia estetica impiegandola
al di fuori della legittimità medica come mezzo di trasformazione di e del Sé
ma innanzitutto come strumento di produzione di opere. La provocazione della
carne e il rovescio del corpo cedono infine il passo all’ennesimo alter ego di
ORLAN: AAKA, espressione estrema di un nomadismo identitario costantemente
sospeso tra reale e virtuale, sintomatico dell’evoluzione pluridimensionale e
multimediale che caratterizza, da diversi anni, la ricerca di ORLAN.
Dal 1964 ORLAN inizia a utilizzare
fotografia, video, installazione, performance, scultura. Nel 1977 la sua
performance Le Baiser de l’Artiste alla FIAC di Parigi fa scandalo. Nel 1978
fonda il “Simposio Internazionale della performance di Lione”. Nel 1982 ORLAN
lancia Art-Accès Revue, la prima rivista di creazione contemporanea sul
Minitel, antenato francese di internet. Dal 1990 al 1993 mette in scena 9
operazioni chirurgiche performance, in Europa e negli Stati Uniti. Dal 1998
inizia le serie delle Self-Hybridizations. Nel 2007 a seguito di una residenza
presso il laboratorio artistico dei SymbioticA in Australia inizia a lavorare
con la coltura cellulare.
ORLAN ha partecipato a mostre negli Stati
Uniti (MOCA e LACMA a Los Angeles, PS1 a New York, Bass Museum a Miami, Milred
Kemper Art Museum a St Louis), in Italia (Palazzo Strozzi a Firenze, P.A.C. a
Milano, Palazzo delle Esposizioni a Roma, Palazzo Grassi a Venezia, Museo Madre
a Napoli), in Francia (Centre G. Pompidou, Centre National de la Photographie,
Palais de Tokyo, Maison européenne de la Photographie), in Germania (Kunst
Museum di Ahlen), in Austria (Kunsthalle e MAK a Vienna), in Lussemburgo
(Casino de Luxembourg), in Svizzera (Musée de l’Elysée a Losanna), in Spagna
(Fondation Mirò a Barcellona, Museo d’arte Contemporanea di Vittoria, Centro
della Fotografia dell’Università di Salamanca), in Russia (Maison de la
Photographie a Mosca), in Asia (Museo d’Arte Contemporanea a Seoul, Corea del
Sud, The National Museum of Art a Osaka, Giappone).
Ha partecipato a diverse Biennali d’Arte
Contemporanea: Parigi, Lione, Venezia, Istanbul, Sydney, Poznan e Busan. Sue
opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private in Europa, negli
Stati Uniti e in Asia.
Eugenio Viola ha curato Le Récit, la grande
retrospettiva dedicata a ORLAN dal Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne
Métropole, in Francia, nel 2007, l’omonima monografia (Le Récit, Ed. Charta) e
ORLAN: Post-Identity Strategies, alla Kunsthalle di Tallinn, Estonia, nel 2008.
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